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Un uomo qualunque

Una volta era tutto più facile: un uomo sapeva cosa volesse dire essere un uomo. Reagiva davanti alle cose sbagliate, aveva il diritto di farlo, anzi, era scontato che lo facesse. Lo stile di vita e i continui confronti in qualche modo preparavano agli inevitabili conflitti: quelli che possono portare al disgregamento o alla morte.

Poi è successo qualcosa: abbiamo oltrepassato la decenza. Gli avvocati sono diventati i nostri pastori e ciò che un tempo era comprensibile e lineare si è intorbidito nella burocrazia di ciò che definiamo “civilizzazione”.

Ora non si reagisce più davanti alle cose sbagliate: si bivacca nei tribunali macinando chilometri di cavilli burocratici. La donna ha chiesto la parità e alla fine l’ha ottenuta. Non conquistando tutti i privilegi dell’uomo, ma castrandolo in una sagoma femminile.

Non mi importa cosa dite: questo non è progresso e non è neanche evoluzione. E’ una malattia e c’è bisogno di qualcuno che capisca qual è la posta in gioco, qualcuno che possa esporsi come un vero uomo e prendere posizione contro l’ingiustizia di questo mondo. Oggi. Adesso. Prima di pranzo.

Arriva il momento in cui i malati e i deboli devono essere sacrificati per salvare il gregge?

Italia rialzati?! Ma vaffanculo

Puoi sudare sette camicie o stare steso a non fare niente,
puoi nasconderti fra quattro mura, puoi nasconderti fra la gente.
Puoi dirigere una grande azienda o farti portare al guinzaglio,
puoi morire per una scommessa o vivere per uno sbaglio.
Il nodo della questione lo sai qual’è?
Non cerchiamone una ragione, che una ragione non c’è.
Tu non mi piaci nemmeno un poco e grazie al cielo io non piaccio a te.
Ti puoi vestire come dice la moda a andare a spasso con chi vuoi,
ti puoi inventare una doppia vita per nascondere gli affari tuoi.
Puoi buttarti sotto al treno, oppure puoi salirci sopra
e puoi rubare per quarant’anni e fare in modo che nessuno ti scopra.
Il problema rimane identico, il risultato lo sai qual’è?
Non c’è niente da recriminare, va tutto bene così com’è.
Tu non mi piaci in nessun modo e grazie al cielo io non piaccio a te.
Vorrei dirtelo in un orecchio dove puoi metterti quel sorriso,
quel sorriso da passaporto, sempre incollato sul viso.
Credi davvero che ti potrà  salvare,

se una volta dovessi scegliere da che parte stare?
Se una volta dovessi smettere di bluffare?
E la radio ci fa ballare, ci manda musica da mangiare,

la sera scende come un’emergenza sulla città .
La notte promette bene, piena di ossido e di sirene.
E’ già  pronto il domani, lo stanno consegnando già.
Io sono nato ieri, lo sai senz’altro meglio di me,
i segreti per restare a galla tu li conosci meglio di me.
Ed è per questo che non mi piaci e grazie al cielo io non piaccio a te.

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